Per realizzare questa intervista abbiamo raggiunto telefonicamente Nino Frassica mentre rientrava a casa in automobile dopo una lunga giornata trascorsa sul set della fiction “Butta la luna 2”, attualmente ancora in lavorazione, che per tredici settimane dal 26 febbraio occuperà la prima serata di Rai Uno ogni giovedì sera.
Nel 2007 la prima serie di questa fiction aveva sorpreso un po’ tutti, conquistando il miglior risultato in termini di ascolto dell’intera stagione (oltre 8 milioni di spettatori), ed è proprio da questo dato straordinario che ha preso spunto la nostra chiacchierata con Frassica, che in “Butta la Luna 2” torna nei panni di Mario Ficuzza, il portiere del palazzo in cui abita buona parte dei protagonisti della serie.
“La prima stagione ha avuto un successo straordinario, con il 30-33 % di share! Del resto, era tratta da un ottimo romanzo di Maria Venturi. La storia era interessante e possedeva già le caratteristiche necessarie per continuare; così, anche se la trama del libro l’avevamo già esaurita con quelle prime puntate, si è deciso di produrne una nuova serie. Nella prima stagione, però, la mia era una ‘partecipazione straordinaria’; portavo una nota di commedia in quella fiction piuttosto drammatica, alleggerivo qualche momento. Ma ero un personaggio secondario. Invece, mentre scrivevano la seconda serie gli autori si sono resi conto che valeva la pena allargare il personaggio del portiere e ora Mario è uno dei protagonisti, quindi ha una sua vita privata, vive una storia d’amore, diventa anche padre affidatario di un ragazzino… Vive, insomma, molte emozioni: non è più solo un portiere un po’ ficcanaso, ma è anche un uomo con tutti i suoi problemi, un personaggio a tutto tondo le cui vicende si legano alle storie degli altri personaggi che frequentano il palazzo”.
A lui è affidato anche il compito di tenere le fila della narrazione, vero?
“Infatti, lui è anche il personaggio che apre ogni puntata raccontando a che punto è la storia; ha un po’ il compito che aveva il coro nella tragedia graca. Lui, del resto, è il testimone principale di ciò che avviene. Come attore sono molto contento di averlo interpretato, mi è proprio piaciuto. Perché Mario non è solo simpatico, ha anche momenti tragici: perderà a un certo punto il bambino; l’amore sarà altalenante… Insomma, prova tanti sentimenti e questo lo rende un personaggio stimolante”.
Come spiega il successo della fiction?
“Il segreto sta nella sua semplicità, nel fatto che racconti l’Italia di oggi, con le difficoltà degli immigrati, e che lo racconti bene, grazie all’ottima traccia fornita da Maria Venturi e all’abilità del regista Vittorio Sindoni. La buona fiction è quella in cui gli spettatori riescono a immedesimarsi”.
Lei che all’inizio della sua carriera, prima di sfondare in tv, ha studiato recitazione e ha sperimentato il teatro, cosa ne pensa di chi come Fiona May, la protagonista di “Butta la luna”, comincia a recitare senza avere una preparazione alle spalle?
“Quello con Fiona è stato un esperimento riuscito. Lei è stata provinata da Sindoni al quale era piaciuta moltissimo per la sua spontaneità. Fra l’altro, dovendo interpretare un’immigrata, anche la sua parlata da straniera andava benissimo”.
Ma il suo caso è un’eccezione?
“Sotto la guida di un ottimo regista come Sindoni – che, certo, con chi non è un professionista magari deve fare un lavoro doppio – penso che si possa fare. Del resto, Vittorio De Sica i suoi attori li prendeva dalla strada… E poi, pensiamo a quando si utilizzano i bambini: loro non sono professionisti, ma un bravo regista sa innanzitutto scegliere quelli giusti per il ruolo, i più dotati, in una fase preliminare, e poi sa guidarli”.
Lei è ormai entrato nella storia della fiction italiana anche con un altro ruolo: quello del Maresciallo Cecchini in “Don Matteo”…
“È vero, quest’anno lavoriamo alla settima serie…”.
Dopo tanti anni ha ancora voglia di vestire quella divisa?
“Sì, ne ho voglia, ma non tanto per i casi gialli, che tutto sommato un po’ si somigliano, quanto perché anche Cecchini è un personaggio sfaccettato; mi piacciono, per esempio, i piccoli fatti che succedono nella sua famiglia: per esempio, la figlia cresce e si trova un fidanzatino, quindi lui deve affrontare per la prima volta la gelosia, il senso di distacco dalla sua ‘bambina’…”.
Cecchini nella fiction è il miglior amico del protagonista; lei nella vita che rapporto ha con l’interprete di Don Matteo, Terence Hill?
“Lo stesso! Si finisce sempre per assomigliare un po’ ai personaggi che si interpretano, così come i personaggi, almeno in parte, vivono dei nostri vizi e dei nostri pregi… Quell’amicizia cinematografica esiste anche nella realtà: Terence Hill per me è un amico nella vita come in scena; e questo rende anche più piacevole lavorare, visto che per mesi stiamo fianco a fianco per dieci ore al giorno!”.
A questo punto della sua carriera c’è un progetto “speciale” che le piacerebbe realizzare?
“Sì, in effetti c’è. Come sapete spesso faccio il varietà, dove mi sbizzarrisco, sono sfrenato, non ho misure… Ora mi piacerebbe mischiare il varietà con la recitazione più tipica della fiction: in pratica realizzare una trasmissione in cui unire le mie due vene, quella di improvvisatore e quella d’attore in senso più classico”.
Qualcosa di simile a una sit-com?
“Diciamo una sit che abbia qualcosa in più della semplice drammaturgia da fiction, qualcosa che si avvicini al varietà, mischiare i due elementi”.
Lo ha già proposto a qualcuno?
“Per il momento ci sto lavorando, sto montando… Prima di proporlo devo essere sicuro di essere pronto “.
Intanto è ancora sul set di “Butta la luna”? E quando comincerà a girare “Don Matteo 7”?
“Fino al 6 marzo sono impegnato con ‘Butta la luna’ e il 9 riprendiamo a Gubbio la lavorazione di ‘Don Matteo’…”
Caspita, solo due giorni di “vacanza”! Ce ne vuole di energia per fare il suo mestiere…
“Eccome!”. ★