Storie di donne

Com’è possibile che dopo esserne state protagoniste le donne occidentali siano oggi una minoranza nelle professioni informatiche?

I dati da elaborare per progettare i moderni aerei da guerra e le navicelle spaziali? Infiniti. Per questo la NASA arruolò le “human computers”…

Gli esaminatori erano senza parole: come poteva una donna di colore aver superato il test attitudinale con tanto successo?

Negli anni ’40, quando la storia dei computer stava entrando nel vivo, fu un pregiudizio di genere a far sì che numerose donne facessero la storia della programmazione.

Nel 1965, suor Mary Kenneth Keller fu la prima donna a conseguire negli USA un dottorato di ricerca in informatica.

Dal GPS, al wi-fi, fino alle cuffiette bluetooth… molte tecnologie che oggi diamo per scontate sono frutto del lavoro straordinario della “donna più bella del mondo”.

Nel 1969, la Association of Information Technology Professionals, Associazione americana dei professionisti dell’informatica, assegnò il suo premio annuale “Uomo dell’anno” – a Grace Murray Hopper, una donna.

La scarsa presenza delle donne nei percorsi universitari legati all’IT e all’ingegneria dell’informazione rappresenta un’enorme perdita di talenti e forza lavoro per le aziende e per la nostra economia. Ma la latitanza del femminile in ambito informatico ha a che vedere con attitudini di genere? Per nulla. E la storia lo dimostra.