TUTTI PAZZI PER L’INFEDELE KLARA
Una “commedia passionale”, così definisce il suo ultimo film, al cinema dal 27 marzo, il regista Roberto Faenza che con Claudio Santamaria e Laura Chiatti ci offre una nuova chiave di lettura di una realtà fra le più complesse: quella dell’amore e, soprattutto, della gelosia
Brutta bestia la gelosia! Brutta per chi la prova e che, nei casi più estremi, finisce per essere consumato da questo sentimento strisciante fino a perdere la ragione, ma affatto piacevole pure per l’oggetto della sua ossessione, che ne è spesso travolto indipendentemente dalla fondatezza dei sospetti del partner. La tragedia, insomma, è sempre dietro l’angolo. È dunque possibile sorridere di questo argomento così problematico o almeno trattarlo con leggerezza? Forse la risposta a questo interrogativo la troveremo ne “Il caso dell’infedele Klara”, il nuovo film di Roberto Faenza in uscita nelle sale il 27 marzo.
Il regista torinese sulla questione deve avere meditato a lungo, visto che pur ammettendo che il tema della gelosia «è stato affrontato molto spesso sia al cinema sia in letteratura», non fatica a spiegare perché anche lui ne sia stato attratto e quale versione intendesse darne fin dall’inizio. «Avevo in mente già da moltissimo tempo di fare un film ispirato a “Él” (pellicola girata in Messico nel 1952, ndr) di Luis Buñuel» ha infatti raccontato più volte. «È un film meraviglioso, purtroppo visto da pochi, in cui il personaggio principale è un uomo pervaso dal demone della gelosia». Naturalmente, proprio perché così sfruttato anche in passato, il tema dell’ossessione d’amore poteva essere affrontato nuovamente solo sulla base di un ottimo soggetto e Faenza pare averlo trovato in un romanzo del 2003 di Michal Viewegh, l’autore ceco di maggior successo degli ultimi anni: «quando l’ho letto» ha dichiarato «ho capito che era finalmente ora di mettere in cantiera una pellicola ispirata a quel vecchio film di Buñuel ».
Il taglio scelto da Faenza per trattare la vicenda, ambientata come nel romanzo in una Praga incantata, è piuttosto chiaro e per nulla scontato: per rappresentare una realtà complessa come quella amorosa, infatti, il regista ci offre molteplici punti di vista che trasformano il tema della gelosia in un pretesto per scuotere le nostre convinzioni: «in realtà» ha ammesso proprio a questo proposito, «“Il caso dell’infedele Klara” non è tanto un film sulla gelosia, quanto sulla passione e sull’amore. Ci sono vari personaggi e due coppie. Luca (Claudio Santamaria), il musicista italiano follemente innamorato di Klara (Laura Chiatti), è quello geloso; Denis (l’attore scozzese Iain Glen), invece, il detective che lui assolda per pedinare la sua ragazza, rappresenta il suo opposto, il rovescio della medaglia, perché vive con la moglie in una dimensione di coppia “flessibile”, “aperta”, in cui i coniugi si confessano a vicenda le avventure che hanno con diversi partner. Il film, quindi, ci mostra un mosaico di personaggi che si rapportano all’amore con un atteggiamento antitetico. I due protagonisti maschili, però, il detective e il musicista, si contamineranno a vicenda, nel senso che uno travaserà nell’altro elementi di ossessività che quest’ultimo prima non conosceva. Klara, invece, più che essere una ragazza in carne e ossa è un simbolo: il simbolo dell’amore e di come sia possibile impazzire per una donna. E questa “follia” contagerà più personaggi: non solo il musicista, ma anche il detective che, cominciando a seguirla, cadrà in una rete che non si aspettava. Insomma, credo che ne “Il caso dell’infedele Klara” ci siano almeno due elementi interessanti» ha infine sintetizzato il regista. «Il primo è la passione e questo, fra l’altro, lo rende un film inconsueto rispetto al resto della mia produzione. Il secondo elemento che credo possa attrarre il pubblico, invece, è il fatto che sia una pellicola davvero divertente, in cui si contaminano molti elementi diversi: il noir, la detection story, l’umorismo… Per questo lo definirei una “commedia passionale”». ★