Suor Mary Kenneth Keller. Sorella BASIC
Nel 1965, suor Mary Kenneth Keller è la prima donna a conseguire negli Stati Uniti d’America un dottorato di ricerca in informatica. E poco è mancato che fosse la prima persona in assoluto a conquistarlo, visto che il primo uomo a guadagnarsi il medesimo PhD in computer science ritira il diploma presso un’altra università lo stesso giorno di sorella Mary, solo con una manciata di ore in anticipo.
Prima di raggiungere quel traguardo, la Keller ha già lavorato sodo. A 19 anni, nel 1932, si unisce alla congregazione cattolica delle Suore della Carità della Beata Vergine Maria, all’interno della quale trascorre il suo noviziato e prende infine i voti otto anni più tardi. Ma quella religiosa non è la sua unica vocazione; perciò, appena concluso il percorso per diventare suora, la giovane si iscrive alla DePaul University di Chicago.
Se ti stai chiedendo se accadesse spesso all’inizio degli anni Quaranta che una suora cattolica si concentrasse sugli studi universitari la risposta è no, certo. Non era una cosa comune. Ma evidentemente la sua determinazione era tale da convincere consorelle e padri spirituali che studio e ricerca fossero la sua personale missione.
Alla DePaul Mary si laurea in matematica nel 1943 e dieci anni più tardi completa il master in matematica e fisica.
È da questo momento che la curiosità scientifica di sorella Mary si concentra sull’informatica; la sua motivazione e la sua abilità si rivelano tali da consentirle di approfondire i suoi studi anche presso il computer center dell’università di Dartmouth, dove è ammessa nel 1958 e dove mai in precedenza aveva messo piede una donna.
Donna e per di più suora! Chissà che shock, all’inizio, per i professori e i colleghi maschi…
Per fortuna, Mary ci mette poco a dimostrare il suo eccezionale talento di programmatrice, mettendo così un po’ più a loro agio i compagni di ricerca che la accolgono nella squadra operativa. Così, in quegli anni Kenner lavora al fianco di John George Kemeny e Thomas Eugene Kurtz, i creatori del BASIC, assumendo un ruolo di rilievo nel team che sviluppa il linguaggio di programmazione destinato a segnare una svolta senza precedenti nella storia dei calcolatori. Infatti, alla base della creazione del Beginner’s All-purpose Symbolic Instruction Code (B.A.S.I.C, appunto) c’era la volontà, per molti versi rivoluzionaria, di facilitare il coding anche a chi non si intendeva particolarmente di calcolatori, strutturando un linguaggio accessibile che potesse essere sfruttato in molte applicazioni diverse; solo così sempre più persone avrebbero potuto servirsi di un computer per lavorare e condurre le proprie ricerche, in qualunque campo, senza dover prima a loro volta laurearsi in informatica.
Suor Mary è profondamente convinta che le informazioni debbano essere facilmente reperibili da tutti; per questo, far sì che i computer siano sempre più presenti nella vita delle persone comuni diventa un suo pallino: le è chiaro fin dall’inizio come una maggiore accessibilità di questi strumenti potrebbe incidere positivamente sull’educazione. Sorella Keller, infatti, non solo è persuasa che l’informatica possa essere applicata all’insegnamento con grandi risultati in termini di apprendimento, ma anche che possa contribuire all’emancipazione sociale, prima di tutto per le donne.
Tutti devono poter liberamente accedere alle informazioni: il suo pensiero è molto chiaro. Altrimenti – domandava lei – che senso avrebbe raccoglierle e archiviarle?
Coerentemente con queste convinzioni, subito dopo il dottorato la Keller entra a far parte del corpo docente del Clarke College – un istituto femminile amministrato dal suo ordine religioso – dove dà vita a uno dei primi dipartimenti di informatica degli USA, che resta sotto la sua direzione per circa vent’anni. Comincia così la sua battaglia contro le discriminazioni di genere nel mondo scientifico: incoraggia le ragazze a interessarsi anche a discipline apparentemente “maschili”, prima fra tutte l’informatica, e sostiene le donne lavoratrici perché concludano comunque i loro studi; così come le madri, che invita a portare i bambini con loro a lezione.
E nel frattempo, la sua ricerca non si ferma: Suor Mary si interessa anche di intelligenza artificiale, è entusiasta di poter simulare il processo cognitivo e con grande anticipo rispetto all’avvento di Internet predice un futuro prossimo – il nostro presente – in cui a fronte di un’esplosione senza precedenti di informazioni disponibili i computer renderanno più “smart” le persone, saranno strumento quotidiano per l’insegnamento, consentiranno la gestione centralizzata delle banche dati di istituzioni pubbliche e aziende private, diverranno vettori di consapevolezza e uguaglianza sociale, nonché lo strumento principe di un accesso diffuso alla cultura (insomma, le era chiaro il concetto di di digitalizzazione dei dati e world wide web molto prima che si cominciasse a parlarne).
Illuminazione divina? O solo una gran bella testa?
Questo articolo è stato pubblicato inizialmente su https://www.linkedin.com/pulse/matematica-programmatrice-e-pioniera-informatica-di-lott%25C3%25B2-perrucci/?trackingId=pnAIlUcgrH%2F%2FyMDtU%2FStBA%3D%3D
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